Inaugurazione Le Bele Fomne
Nuova Sala “Le Bele Fomne” de L’Angolo di Parìn
Grazie a Tutti per essere qui con noi in occasione di questo evento inaugurativo che rappresenta non solo una strategia volta a far conoscere un nuovo spazio commerciale ma è occasione di incontro, anzi di ri-incontro con persone e amici per condividere la gioia per il raggiungimento di un obiettivo, ma anche di un sogno che corona una vita di lavoro.
La nostra famiglia svolge attività commerciale in San Salvario a partire dal 1965. Abbiamo vissuto con moltissimi di voi le trasformazioni sociali di questo quartiere che un tempo era un pullulare di piccole attività artigianali e commerciali e che da alcuni anni ha ripreso a vivere di una luce nuova, determinata anche e soprattutto dai flussi migratori. Quindi, si tratta di aspetti sociali che non possono e non devono essere assimilati ad una mera operazione economica, almeno per noi, così radicati in questo territorio cittadino.
Questa sala sembrerebbe caratterizzarsi per un’impronta vagamente nostalgica di un tempo passato, ma è il tempo di Parìn, il nostro bisnonno vissuto dal 1860 al 1939. Un’epoca di grandi innovazioni tecnologiche, scientifiche, culturali, economiche, poliche e sociali ma soprattutto caratterizzato da una grande creatività artistica.
Il cibo in questo contesto, da allora ad oggi, da bisogno dell’uomo diventa arte attraverso il piacere di crearlo e di consumarlo in convivio e solo secondariamente è un fatto commerciale. Perché allora chiamare questa sala “le bele Fomne”? che tradotto dal piemontese significa le belle donne. Perché la donna è il tramite che ci introduce alla pulsione del cibo, attraverso quella primigenia relazione d’amore che si instaura tra la madre e il bambino proprio attraverso il nutrimento e l’accudimento e che lo condizionano per il resto della vita. Ecco perché le immagini delle donne in questa sala sono donne dalle forme generose, che si offrono come nutrimento. Ci sembrava che questo concetto fosse alla base dell’accoglienza e della finalità per la quale si apre uno spazio di ristorazione, intesa appunto come ristoro del corpo ma anche dell’anima.
Luisa Giambartolomei Bonavero